A Viola piace...scrivere

La mia prima volta

E’ Pasqua. Questa quarantena mi ha risparmiato le risposte svogliate alle solite domande pour parler di cui a nessuno interessa la risposta. “Cosa fai per Pasqua?” “Niente, sto a casa. E tu?”. Quesito al quale seguivano elenchi di località marittime, di scampagnate in luoghi a cui nulla è rimasto della campagna o di nomi di ristoranti altisonanti che proponevano menù pasquali con le uova fatte in chissà quale maniera.

Tutti a casa, dicevamo.

Ed è stato proprio oggi che ho preso il coraggio di uscire.

Ho aperto la mascherina, l’ho indossata, e ho varcato la soglia del portone che accede al viale del mio condominio. Ho aperto il cancello, l’ho richiuso dietro di me.

8 marzo 2020. Questa è la data dell’ultimo giorno in cui ho messo il naso fuori di casa. Tenendo conto che oggi è il 12 aprile, fà più di un mese.

Sentire l’asfalto sotto la suola delle scarpe, guardare il cielo che non è più solo statico come lo vedi dal balcone, sentire l’aria addosso. Percorro la stradina sotto casa tre-quattro volte: mi sembra tutto così bello. Avanti e indietro, sembro pazza forse, ma non mi importa.

Sto cercando di riprendere contatto con la realtà. Sono a cento metri dal cancello automatico che porta al mio garage, ma mi sembra di essere a New York. Come è strana la vita. Chi avrebbe mai detto che quella maledetta salita contro la quale imprecavo tornando da scuola con lo zaino pesante oggi mi sarebbe sembrata così preziosa?

Sento delle voci. Probabilmente una famiglia sta uscendo in giardino. Il primo sentimento che percepisco è la paura, il secondo è il fastidio. Non mi preoccupa il secondo, non sono mai stata un tipo troppo socievole. Ma la paura…caccio via il pensiero negativo, avrò tempo di elaborarlo dopo.

Voglio godermi gli ultimi minuti all’aria aperta.

Cerco di sbloccare l’Iphone, non riesco perchè non riconosce il mio volto. Certo, la mascherina…guardo l’orologio: è ora di tornare.

Dieci minuti entro il raggio di 200 metri dalla propria abitazione o, dieci minuti di riscoperta di cosa troppe volte non abbiamo considerato.

Ah, come sono importanti le parole.