A Viola piace...scrivere
Opinioni non richieste e flussi di pensieri
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Eppur bisogna andar: la risposta sociale di Bergamo ai tempi della pandemia
I colori dell’autunno esplodono con tutta la loro forza lungo la strada statale che conduce all’ingresso della città: alberi che sembrano dorati, illuminati dai raggi di sole che scaldano questa giornata di fine ottobre. Da un ponteggio sventola uno striscione: Bergamo #mola mia, Bergamo non mollare.Bergamo, la città del “testa bassa e lavorare”, della polenta alla domenica, della gente di poche parole e di tanti fatti, è stata costretta a fermarsi. Il Covid si è insediato in maniera prepotente, modificando abitudini di vita, sovvertendo ordini, seminando terrore e mietendo tante, troppe vittime.E se da una parte il colpo incassato è stato duro e doloroso, i bergamaschi non hanno tardato a…
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Bollicine!
Sono quasi le sette. Il sole è ancora alto ed invade la sala, batte sulle mie spalle e mi provoca una piacevole sensazione. Decido di scrivere: non che abbia nulla di particolare da raccontare, intendiamoci, la mia vita scorre tra una gita in cantina e una passeggiata al piano di sopra. Eppure in questo periodo ho imparato a fare caso ai momenti di positività e quindi forse, pur piccoli che siano, meritano di essere ingranditi, esagerati, raccontati. Non sto certo diventando una da “andrà tutto bene”, una di quelle ottimiste col sorriso stampato sulla faccia e lo sguardo moralizzatore verso chi osa dubitare della veridicità dell’affermazione, per carità. La mia…
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La mia prima volta
E’ Pasqua. Questa quarantena mi ha risparmiato le risposte svogliate alle solite domande pour parler di cui a nessuno interessa la risposta. “Cosa fai per Pasqua?” “Niente, sto a casa. E tu?”. Quesito al quale seguivano elenchi di località marittime, di scampagnate in luoghi a cui nulla è rimasto della campagna o di nomi di ristoranti altisonanti che proponevano menù pasquali con le uova fatte in chissà quale maniera. Tutti a casa, dicevamo. Ed è stato proprio oggi che ho preso il coraggio di uscire. Ho aperto la mascherina, l’ho indossata, e ho varcato la soglia del portone che accede al viale del mio condominio. Ho aperto il cancello, l’ho…
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Fughe…dei pavimenti.
Rivedere le priorità. Ma anche scoprirsi deboli, fragili e impauriti. Molte persone in questo periodo di “reclusione forzata” si mostrano sorridenti, indaffarate, divise tra torte di mele profumate e pizze gourmet fatte in casa. Postano ricette per la felicità, dicono che andrà tutto bene e disegnano arcobaleni. Io non so disegnare. Non so nemmeno se davvero andrà tutto bene. Ma soprattutto il mio stato d’animo somiglia ad un’altalena impazzita. Ci sono giorni in cui mi sveglio e c’è il sole, posso spalancare le finestre, assaporare la primavera e concentrare il mio pensiero sull’organizzazione della giornata. Fare gli addominali, stretching…da quanto tempo lo stavo rimandando? Telefonare ad un’amica e vedere la…
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Infilerò la penna ben dentro il vostro orgoglio?
Quando alle elementari la maestra assegnava un tema ero l’unica ad essere felice. Mi piaceva scrivere, raccontare, argomentare. Poi è venuto il giornalino di classe: 11 anni e un articolo di aspra critica rivolta alla prima edizione del “Grande Fratello”. Per chi è un po’timido la scrittura diventa un ottimo canale di comunicazione. Arrossisco quando devo parlare in pubblico, non ho freni quando ho una penna in mano. Scrivere mi fa bene, mi fa sentire libera. E così questo spazio vuole essere un foglio bianco sul quale scrivere di me, dei miei pensieri, di ciò che sento. Senza stili, linee guida o correnti da seguire.